Le neo-mamme sembrano essere in grado di riconoscere i volti negli oggetti con una maggiore facilità, e si ipotizza che l’ossitocina possa renderle più sensibili a questo tipo di percezioni.

Le neo-mamme sembrano essere in grado di riconoscere i volti negli oggetti con una maggiore facilità,

Sembrerebbe che il gioco di riconoscere volti negli oggetti inanimati non sia solo un passatempo per i bambini, ma anche per le neo-mamme. Forse è proprio l’ossitocina, l’ormone dell’amore, a rendere le donne appena diventate madri più propense a identificare forme familiari anche nei luoghi più inaspettati.

Osservare il mondo circostante e individuarvi volti nascosti potrebbe essere una conseguenza dell’iperattività emotiva e cognitiva che le neo-mamme vivono durante e dopo la gravidanza. L’ossitocina, oltre ad influenzare il legame madre-figlio, sembra aumentare la capacità di riconoscere e interpretare le emozioni nei volti degli altri. E se questo si riflettesse anche nel vedere volti nascosti negli oggetti inanimati?

I ricercatori hanno coinvolto un gruppo di donne, alcune in dolce attesa, altre neo-mamme e altre ancora che non erano né in gravidanza né avevano partorito recentemente. Le donne sono state sottoposte a un esperimento in cui dovevano valutare la facilità con cui riuscivano a riconoscere i volti nelle immagini proposte loro.

I risultati hanno confermato che tutte le donne erano in grado di identificare facilmente i volti ben evidenti, ma le neo-mamme erano particolarmente abili nel riconoscere anche i volti “nascosti” negli oggetti inanimati. Questo fatto potrebbe essere collegato all’esperienza recente della maternità, che potrebbe rendere le donne più sensibili nel riconoscere forme legate al mondo infantile.

Nonostante ciò, non è del tutto sicuro che sia l’ossitocina a influenzare direttamente questa capacità, poiché i livelli dell’ormone non sono stati misurati nel corso dello studio. Inoltre, non è chiaro se le donne fossero più propense a riconoscere volti adulti o infantili negli oggetti inanimati.

È pur sempre affascinante osservare come l’esperienza della maternità possa influenzare la percezione delle forme e dei volti, creando connessioni tra la dimensione emotiva e cognitiva delle neo-mamme e la capacità di riconoscere volti anche dove non ci sarebbero. Questo studio potrebbe portare a ulteriori approfondimenti, magari coinvolgendo un campione più ampio di partecipanti e misurando direttamente i livelli di ossitocina nelle neo-mamme. La madre, infatti, è sempre stata oggetto di interesse e studio, sia in campo scientifico che letterario: basti pensare a tutte le figure femminili presenti nei romanzi di Calvino, sempre ricche di emozioni e simbologie.