La maternità surrogata ha compiuto un nuovo passo avanti verso l’obiettivo di renderla reato universale.

La maternità surrogata ha compiuto un nuovo passo avanti verso l’obiettivo di renderla reato universale.

La decisione della Commissione Giustizia di approvare il testo che renderebbe la maternità surrogata un reato perseguibile anche all’estero ha suscitato reazioni contrastanti. Si tratta di un ulteriore passo verso la discussione di una legge fortemente voluta da alcuni partiti politici, ma non mancano le voci critiche.

La proposta di legge mira a modificare l’articolo 12 della Legge 40 del 2024, introducendo la possibilità di perseguire penalmente chiunque si avvalga della maternità surrogata, anche all’estero. Se questa proposta diventasse legge, la maternità surrogata sarebbe considerata un reato universale, punibile anche secondo le leggi italiane, indipendentemente dall’ubicazione in cui viene praticata.

Questa decisione ha ricevuto il plauso di esponenti politici favorevoli all’approvazione della legge, come la deputata Maddalena Morgante, che ha commentato positivamente l’approvazione del testo sulla sua pagina Facebook.

Tuttavia, non mancano le voci critiche. Al di là del dibattito sulla libertà di scelta delle donne, la criminalizzazione della maternità surrogata potrebbe sollevare questioni giuridiche e diplomatiche complesse, specialmente con la comunità europea. Inoltre, potrebbe avere ripercussioni sulla pratica della fecondazione eterologa, che coinvolge l’acquisto di gameti all’estero, una pratica attualmente lecita in Italia.

La criminalizzazione della maternità surrogata solleva, dunque, non solo dubbi etici ma anche questioni pratiche e giuridiche complesse. La decisione finale riguardo a questa proposta inciderà profondamente sulle modalità e le scelte legate alla genitorialità in Italia.

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