La questione della salute mentale durante l’era di TikTok: quali sono i pericoli derivanti dall’autodiagnosi tramite i social media per i giovani?

La questione della salute mentale durante l’era di TikTok: quali sono i pericoli derivanti dall’autodiagnosi tramite

Ad esempio, è importante sottolineare che l’autodiagnosi basata su informazioni prese dal Web può essere estremamente pericolosa e portare a conclusioni errate. Inoltre, il rischio di banalizzare il tema dei disturbi mentali è sempre presente: identificarsi con una condizione senza avere una diagnosi professionale può portare a minimizzare la gravità di tali disturbi e dei bisogni di reali cure.

Un’altra considerazione fondamentale è che la diffusione di informazioni sulla salute mentale non sempre avviene in modo corretto e responsabile. Su internet circolano molte informazioni errate, superficiali o addirittura dannose riguardo ai disturbi mentali, e questo può contribuire a distorcere la percezione che i giovani hanno su tali questioni.

È importante quindi educare i giovani a essere critici riguardo alle informazioni che trovano online e a ricercare fonti attendibili e professionali. Inoltre, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza riguardo all’importanza di rivolgersi a professionisti qualificati per ottenere una diagnosi e un trattamento adeguato.

In definitiva, la diffusione di informazioni sulla salute mentale attraverso i social media può avere effetti positivi, come la rottura dello stigma e la condivisione di storie di speranza e guarigione, ma è anche necessario affrontare con attenzione e responsabilità questo fenomeno, per evitare che si trasformi in una semplice tendenza passeggera priva di reale sostanza e significato.

Il pericolo di semplificare eccessivamente: le conseguenze di ridurre troppo la complessità.

 Un'altra considerazione fondamentale è che la diffusione di informazioni sulla salute mentale non sempre avviene

In un mondo dominato dalla semplificazione e dalla ripetizione, rischiamo di perdere la capacità di apprezzare la complessità e la sfumatura delle situazioni che ci circondano. La psicologia, ad esempio, è una disciplina intricata che richiede tempo, studio e esperienza per essere compresa appieno. Non possiamo ridurla a una serie di checklist o algoritmi, altrimenti rischiamo di banalizzare la sofferenza umana e di etichettare erroneamente situazioni normali come patologiche.

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La stessa dinamica si riflette nel nostro modo di ricevere informazioni sui social media. Ciò che ci viene proposto è spesso una ripetizione di ciò che già conosciamo, creando un circolo vizioso di conferme delle nostre convinzioni pregresse. È facile cadere in questo loop e convincersi di appartenere a una determinata categoria, senza considerare tutte le sfaccettature e le possibilità che la realtà offre.

In questo modo, rischiamo di perdere la capacità di guardare oltre le semplificazioni e di apprezzare la complessità del mondo e delle persone che lo abitano. È importante quindi cercare sempre di approfondire, di mettere in discussione le nostre convinzioni e di non ridurre la realtà a schemi predefiniti. Solo così potremo davvero comprendere la ricchezza e la varietà delle esperienze umane.

Il processo di identificazione personale con un disturbo psicologico

 La stessa dinamica si riflette nel nostro modo di ricevere informazioni sui social media.

In un’età di formazione della propria identità, come l’adolescenza, è facile cadere nella trappola di identificarsi con una diagnosi e rinchiudersi in ragionamenti circoscritti del tipo “sono depresso perché ho la depressione”. La depressione diventa un attributo essenziale della propria personalità, quasi un marchio indelebile. C’è il rischio di accontentarsi di una definizione superficiale di sé stessi, senza approfondire i pensieri, i comportamenti, gli eventi e le storie di vita che alimentano quel che i clinici chiamano “depressione”.

Non bisogna però fraintendere: un giovane che cerca risposte su TikTok per affrontare il proprio malessere e si identifica in una categoria di disturbo potrebbe effettivamente avere dei problemi. Tuttavia è importante andare al di là di questa etichetta e cercare risposte più approfondite e adatte ai canali adeguati.

Le diagnosi, in realtà, non sono altro che etichette con cui i clinici comunicano tra loro, tentano di organizzare sintomi e disagi, ma non rappresentano la totalità della complessità umana.

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È importante parlare apertamente di salute mentale, diffondere informazioni, ma sempre tenendo a mente che si tratta di persone, di esperienze individuali, non di semplici categorie da manuale.

Informarsi e condividere i propri problemi mentali è un passo fondamentale per combattere lo stigma, ma è importante farlo in modo che ognuno possa esprimere la propria esperienza in modo unico, evitando di omologarsi a una categoria diagnostica in cerca di un senso di appartenenza.