Quali sono le diverse fonti di paura che colpiscono i nostri bambini, dall’abbandono ai mostri?

La paura è una compagna di viaggio fin dalla nascita, un’emozione che ci avvisa dei pericoli e ci spinge a proteggerci. Ma come possiamo spiegare questo sentimento ai nostri piccoli senza travolgerli con ansie e timori?

la pedagogista Marika Gigliarano ci ricorda che la paura fa parte delle emozioni primarie, universali e fondamentali per la nostra sopravvivenza. Sin dai primi istanti nella pancia della mamma, il bambino sperimenta l’incertezza e la sensazione di possibili cambiamenti repentini. Ma è proprio questa paura che ci rende consapevoli della realtà e dei pericoli che ci circondano.

Inoltre, Marika ci invita ad essere chiari e sinceri nelle nostre spiegazioni, senza sminuire i timori dei bambini. È importante non trascurare il valore della paura, che ci protegge e ci guida nella nostra crescita.

Anche noi genitori, spesso, siamo travolti dalle paure dei nostri figli. Vorremmo proteggerli da ogni inquietudine, ma dobbiamo imparare a lasciare spazio ai loro timori, senza forzarli a dimenticare ciò che li spaventa.

La paura, quindi, è un’emozione da accogliere e comprendere, perché ci rende consapevoli della realtà e ci guida nella crescita. Ma è anche importante non permettere che diventi un’ombra costante nella nostra vita, bloccandoci e impedendoci di vivere appieno le esperienze che il mondo ci offre.

Qual è il significato e l’origine della sensazione di paura?

La paura del buio, ad esempio, è comune nei bambini più piccoli, che non riescono a distinguere tra ciò che è reale e ciò che è solo frutto della loro immaginazione. Ma anche da adulti, c’è qualcosa di simile: le paure che nascono dalle nostre pulsioni irrazionali, dai nostri timori più profondi e insondabili.

La paura del buio può essere interpretata come una paura dell’ignoto, del non poter controllare ciò che ci circonda. E in effetti, gran parte delle paure nasce dal sentirsi impotenti di fronte alla realtà. La vita stessa è piena di situazioni che ci mettono alla prova, che ci costringono a confrontarci con la nostra vulnerabilità e fragilità. E così, anche da adulti, ci ritroviamo a chiedere conforto e protezione, come il bambino che terrorizzato chiede di dormire con i genitori.

Ma la paura può anche essere un alleato prezioso. La paura del fuoco, ad esempio, ci spinge a stare attenti e a proteggerci, così come la paura di essere investiti ci rende più prudenti quando attraversiamo la strada. La paura, in fondo, è una delle forze che ci tiene in vita, che ci spinge a prestare attenzione e a difenderci dai pericoli che ci circondano.

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E così, crescendo, impariamo a convivere con le nostre paure, a districarci tra quelle razionali e quelle irrazionali. Allo stesso modo in cui la mente e il corpo si sviluppano, anche le paure si trasformano e si evolvono nel corso della nostra vita. E forse, proprio imparando ad affrontarle, riusciamo a trovare il coraggio di continuare a vivere, nonostante tutto.

A quale età i bambini cominciano a manifestare paura?

Nella mente dei bambini si annida la paura, un’ombra che si estende sin dalla nascita e si insinua nella percezione del mondo circostante. Le paure si trasformano con il passare del tempo, si adattano alle nuove scoperte e si manifestano in modi diversi a seconda dell’età.

I primi mesi di vita sono dominati dalla paura dell’abbandono, un terrore che si materializza nel pianto insistente e disperato dei neonati. È il richiamo instintivo per attirare l’attenzione di chi li protegge e si prende cura di loro, un meccanismo di sopravvivenza primordiale.

Con lo sviluppo della percezione degli spazi, i bambini iniziano ad essere spaventati dagli estranei, una paura che si radica intorno al sesto mese di vita. La distinzione tra ciò che è familiare e ciò che è nuovo diventa fonte di preoccupazione e timore.

Nella fase dei primi anni di crescita, la paura dell’acqua si insinua nei pensieri dei bambini, generando resistenze a tuffarsi in piscina o a fare il bagnetto. La selettività alimentare si manifesta in modo peculiare, con schemi comportamentali legati alla tutela dell’incolumità, anche se, agli occhi degli adulti, possa sembrare solo un capriccio infantile.

Le paure indotte si affacciano con forza, legate a racconti e reazioni di chi li circonda. Il buio diventa terreno fertile per la nascita di paure legate a mostri e streghe, alimentate dall’immaginario collettivo che permea la vita di ogni bambino.

Con l’avvicinarsi dei sei anni, la curiosità infantile si intreccia con la paura della morte, un mistero che si staglia imponente nell’orizzonte della loro comprensione del mondo. La fragilità degli esseri amati si fonde con l’incertezza dell’ignoto, generando turbamento e inquietudine.

Nella fase della crescita più avanzata, le paure si legano all’incolumità personale, cresce la paura dei ladri, del rapimento o delle malattie. La consapevolezza della vulnerabilità si fa strada nella mente dei giovani, generando timori ancor più complessi e articolati.

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Le paure, come fili invisibili, si intrecciano alla trama dell’esistenza, plasmando il percorso di crescita e accompagnando ogni passo verso la maturità. Ogni paura racchiude in sé l’eco dei millenni, il riflesso delle antiche ansie che permeano il tessuto dell’umana esperienza.

delle cose spaventose: un’indagine sulle ragioni per cui i bambini temono certi oggetti e situazioni

I motivi per i quali i bambini hanno paura possono essere molteplici, il piccolo prova emozioni come tutti noi. Le paure sono dettate da un istinto auto-protettivo che salva il bambino da situazioni potenzialmente dannose.

Le paure dei bambini possono essere indotte dai genitori o sviluppate durante l’esplorazione del mondo circostante. Ad esempio, la paura del lupo può essere alimentata dalle fiabe che dipingono questo animale come un predatore. Allo stesso modo, la reazione dei genitori di fronte a insetti o animali domestici può influenzare la percezione del bambino su tali creature.

Le paure infantili sono un viaggio di scoperta, un modo per comprendere le sfide e i pericoli del mondo. Tuttavia, è importante per i genitori non alimentare eccessivamente tali paure. Il modo in cui educano e reagiscono di fronte alle paure dei loro figli può influenzare notevolmente il livello di ansia nei bambini.

Dialogare con i bambini e fornire loro spiegazioni chiare può aiutarli a superare le paure in modo sano. Non è necessario assecondare le paure irrazionali, ma piuttosto offrire loro un sostegno empatico e razionale. Ricordiamoci che, così come i bambini imparano da noi, noi adulti possiamo imparare molto anche da loro.

Come posso aiutare il mio bambino a fronteggiare la paura?

Sarà dunque compito degli adulti trovare un equilibrio tra la comprensione delle paure del bambino e l’aiuto nel superarle, senza però negare la realtà delle situazioni che lo spaventano. La vita stessa è fatta di ostacoli da superare e paure da affrontare, e imparare a far fronte alle proprie paure sin da piccoli è un passo importante per la crescita e lo sviluppo.

Ma non è solo una questione di paure infantili: anche da adulti dobbiamo imparare ad affrontare le nostre paure e a non permettere che ci condizionino. Siamo spesso circondati da mostri, anche se non sempre hanno sembianze mostruose. Possono essere le nostre ansie, le nostre insicurezze, le sfide che ci spaventano. E allora, come fare con i nostri mostri interiori? Dobbiamo imparare a convalidare le nostre emozioni, a capire da dove nascono le nostre paure e a affrontarle con coraggio, magari vestendo quel ruolo di supereroe che tutti abbiamo dentro di noi.

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La vita è come una stanza buia, popolata da mostri reali e immaginari, e spetta a noi trovare il coraggio di accendere la luce e affrontarli. Sia che si tratti di un bambino spaventato dal buio o di un adulto alle prese con le incertezze della propria esistenza, l’importante è non lasciarsi paralizzare dalle paure, ma trovare il coraggio di affrontarle e superarle. E forse, come suggerisce la dottoressa Marika Gigliarano, potremmo scoprire che sotto la superficie spaventosa dei mostri si nasconde in realtà qualcosa di inaspettatamente buono.

Come si può comunicare in modo efficace il concetto di pericolo senza creare ansia e paura nelle persone?

Nella vita, spesso cerchiamo di proteggere i nostri cari, soprattutto i più piccoli, dalle insidie e dai pericoli che possono incontrare. Ma bisogna anche fare attenzione a non esagerare, a non trasmettere paure e ansie eccessive, perché ciò potrebbe avere un impatto negativo sul loro sviluppo.

La pedagogista Marika suggerisce di trovare un equilibrio tra protezione e libertà, tra la consapevolezza dei pericoli e la fiducia nelle proprie capacità di affrontarli. Parla di mettere in atto accorgimenti pratici, come mettere le sicurezze in casa, ma anche di educare i bambini alla consapevolezza dei pericoli, senza però incutere loro paure ingiustificate.

Anche nella vita di tutti i giorni, spesso cerchiamo di “mettere le sicurezze” attorno a noi stessi e alle persone a noi care, ma dobbiamo anche imparare a lasciare spazio alla libertà e all’esplorazione, senza però trascurare la consapevolezza dei rischi che ci circondano.

In definitiva, proteggere senza soffocare, educare senza incutere paure: trovare la giusta misura per permettere ai nostri Crescere consapevoli e sicuri, senza però privarli della meraviglia e della scoperta del mondo che li circonda.