L’incubo si è trasformato in realtà: in un liceo di Messina, la classe è stata costretta a ripetere gli esami di maturità a causa del ricorso presentato da una compagna di scuola.

L’incubo si è trasformato in realtà: in un liceo di Messina, la classe è stata costretta

E così accadde che gli undici studenti del liceo linguistico di Spadafora, nel messinese, si trovarono a rifare la maturità, come se fosse un incubo ricorrente che si ripresentava con implacabile cadenza. I voti irregolari, segnalati da una coraggiosa studentessa, avevano scatenato una serie di eventi che li avevano riportati dinanzi alla commissione esaminatrice, come se il destino insistesse nel metterli alla prova una seconda volta.

L’attesa, la tensione e la delusione erano palpitanti nel cuore di quei giovani che si erano già avviati verso nuovi orizzonti, come se la maturità fosse diventata un fantasma da esorcizzare. Alcuni di loro erano persino partiti per intraprendere esperienze all’estero, mentre altri avevano dovuto sospendere i loro primi esami universitari per ripetere l’orale, un contraccolpo non solo emotivo ma anche pratico.

La battaglia legale intrapresa da una studentessa aveva scatenato un vortice di tensioni e divisioni, provocando incrinature nelle relazioni anche tra amici molto vicini. L’aver rivissuto la prova esaminatrice aveva messo in luce quanto le dinamiche della valutazione scolastica possano influenzare non solo il percorso individuale degli studenti, ma anche i legami tra di loro.

La docente coinvolta negli errori di valutazione si trovava ora a rischio sospensione dal proprio incarico, una conseguenza inevitabile di un passo falso che aveva avuto ripercussioni sulla vita di quei giovani studenti. La fragilità umana dei professori, sottolineata da un collega che l’aveva difesa, emergeva in tutta la sua evidenza, mettendo a nudo la complessità e la delicatezza della relazione educativa.

Ma alla fine, dopo l’angoscia e la delusione, gli undici studenti si ritrovarono in attesa dei risultati, desiderosi di lasciarsi alle spalle quella esperienza destabilizzante e di procedere nella costruzione delle loro identità e dei loro percorsi di vita. La maturità, simboleggiata da quel rituale esaminatore, sarebbe tornata a visitarli solo nella quiete dei sogni notturni, trasformandosi in un ricordo lontano, forse rimpianto a tratti, ma accettato come parte irrinunciabile del percorso.

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E così, come scriveva Calvino, avrebbero scoperto che la vita pone davanti a esami ben più tosti, in cui non è concesso tornare indietro per rimediarli. E in questo accettare il proprio cammino, nell’affrontare le sfide e nel guardare avanti con determinazione, avrebbero intrapreso il loro viaggio verso l’ignoto, consapevoli che la maturità non si esaurisce in un esame, ma si manifesta nelle scelte e nei traguardi che essi stessi avrebbero conquistato nel corso della loro esistenza.