dei contenuti delle foto dei loro figli su social media.

dei contenuti delle foto dei loro figli su social media.

Nel cuore della città torinese, i tribunali hanno visto sfilare due coppie intente a stabilire le condizioni per la diffusione delle immagini dei propri figli sui vari social network. Un fatto senza precedenti in Italia, un primo timido passo verso una regolamentazione più efficiente di quella che ormai è diventata una prassi diffusa: lo sharenting.

È interessante notare come la società contemporanea, sempre più immersa nell’universo pervasivo dei social media, si confronti con questioni del tutto nuove rispetto al passato. La separazione di coppia, evento doloroso per sua natura, si scontra oggi con la necessità di regolare la pubblicazione online delle immagini dei figli, mettendo in luce una serie di problematiche del tutto inedite.

La decisione dei giudici torinesi di accettare l’introduzione di clausole consensuali per regolare la pubblicazione delle foto dei minori online rappresenta un passo avanti verso una maggiore consapevolezza e responsabilizzazione dei genitori. È evidente come la pratica dello sharenting, ossia la condivisione di contenuti relativi ai figli sui social network, comporti rischi e implicazioni non sempre valutati in maniera adeguata dagli adulti coinvolti.

Il caso di una madre influencer e di un’ex marito, o quello di un papà poliziotto e una mamma medico, presentano sfaccettature particolari che mettono in evidenza come la questione della pubblicazione online delle immagini dei figli sia assolutamente trasversale a ogni categoria sociale e professionale.

Nonostante ciò, appare evidente la necessità di una regolamentazione più ampia e precisa in materia, che non si limiti a singoli accordi tra le parti coinvolte. La legge infatti richiede l’approvazione di entrambi i genitori per la diffusione di immagini di minori, ma la pratica dimostra quotidianamente quanto questa concordanza non sia sempre facile da ottenere.

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In tal senso, l’intervento legislativo diventa imperativo, al fine di fornire delle linee guida chiare e condivise su questo tema così delicato. È auspicabile che l’Italia segua l’esempio di altri paesi, come la Francia, che stanno intervenendo con normative ad hoc per regolare e limitare lo sharenting sui social network.

Alla luce di queste considerazioni, la decisione dei tribunali torinesi rappresenta certamente un passo avanti, anche se non ancora rivoluzionario dal punto di vista giuridico. Tuttavia, è innegabile che si tratti di una tematica destinata a essere sempre più al centro dell’attenzione, non solo degli adulti coinvolti, ma anche degli stessi legislatori.