Nel quieto Villaggio della Madre e del Fanciullo, sito nel cuore periferico di Milano, fluiscono le storie e le difficoltà di donne e bambini che, nonostante le avversità della vita, cercano di donare al mondo una nuova generazione. Qui, le mamme sole, in balia di scelte difficili e vicende avverse, trovano riparo e sostegno per perseverare nella maternità, affrontando il mondo con coraggio e determinazione.
La fondatrice di questo luogo speciale, Elda Scarsella Mazzocchi, fu un faro di speranza per molte donne durante i duri anni della Seconda Guerra Mondiale, e anche oggi la comunità che lei ha seminato continua a fiorire grazie all’impegno di educatori, professionisti e volontari. La maternità, qui, è considerata un diritto sacro, da proteggere e sostenere nonostante le avversità economiche e i soprusi subiti. La convinzione che la separazione tra madre e figlio sia un evento destabilizzante e traumatico permea le mura del Villaggio, dove si cerca di preservare il legame materno-filiale in ogni modo possibile.
Tra le mura di questa cittadella a misura di madre e figlio, quasi come una città nella città, si svolgono le vite delle donne e dei bambini che cercano rifugio e accoglienza. Qui si imparano lezioni importanti sulla genitorialità, l’autonomia e la condivisione. Il cibo stesso è parte integrante di questo progetto, un modo per integrare culture diverse e insegnare l’importanza della gestione quotidiana e condivisa.
Ma la vita al Villaggio non è solo un’esperienza chiusa e statica: le mamme che hanno raggiunto un certo grado di autonomia hanno la possibilità di vivere in alloggi semiautonomi, continuando il loro percorso di crescita e indipendenza. Il Villaggio non è un rifugio temporaneo, ma un luogo dove si coltiva il futuro e si prepara il terreno per una vita indipendente e autonoma.
Eppure, nonostante tutto il bene che questo luogo fa, ci si trova di fronte alle difficoltà del mondo reale. Trovare una casa a Milano è difficile per molte famiglie, figuriamoci per le mamme sole. Sono sfide che l’intera società, e soprattutto le istituzioni, devono affrontare con coraggio e determinazione.
E così, il Villaggio non si limita a essere solo un luogo di accoglienza, ma offre anche un consultorio familiare per sostenere la comunità circostante con servizi sociosanitari a prezzi accessibili. La pandemia ha reso ancora più evidente l’importanza di questo tipo di servizi, portando la medicina di prossimità al centro delle attenzioni e delle necessità delle famiglie.
In un mondo dove la competitività spesso sovrasta l’inclusione, luoghi come il Villaggio della Madre e del Fanciullo continuano a dimostrare la necessità di un approccio più umano e solidale. In un epoca di incertezze e cambiamenti, questi luoghi continuano a offrire un’ancora di salvezza per chi si trova ad affrontare la vita da una posizione di svantaggio.