Il rituale rituale per trascorrere del tempo di qualità con i nostri figli, anche quando non ci sentiamo a nostro agio a carponi sul tappeto

Il rituale rituale per trascorrere del tempo di qualità con i nostri figli, anche quando non

Il rituale del gioco può iniziare con l’apertura e la chiusura di una parentesi ludica, un momento nel quale genitori e figli si concedono reciprocamente il tempo e lo spazio per divertirsi insieme. Ogni genitore può trovare il proprio stile di gioco, che può variare dalla narrazione di storie fantastiche, alla costruzione di puzzle, o alla semplice partita a nascondino. L’importante è che entrambi genitori e figli si sentano coinvolti e partecipi, anche se i ruoli possono essere diversi. Mamma o papà possono essere i “supervisori” del gioco, lasciando ai bambini la libertà di esprimersi e creare nel modo che preferiscono.

Il gioco non è solo un passatempo, ma una parte integrante dell’educazione e della maturazione dei bambini. Attraverso il gioco, i piccoli imparano a esplorare il mondo che li circonda, a sviluppare la creatività e a comprendere le relazioni sociali. È un momento di apprendimento e crescita, in cui genitori e figli possono condividere emozioni e creare legami affettivi profondi.

In fondo, la vita stessa potrebbe essere vista come un grande gioco, con le sue regole da imparare, le sfide da affrontare e i momenti di gioia da condividere. E così, anche i genitori imparano dai loro figli, scoprendo nuove sfumature di sé stessi e dell’infinita capacità di meravigliarsi di fronte al mondo.

Come organizzare un rituale divertente per far giocare i bambini

 Il gioco del papà/della mamma diventa così un momento di connessione autentica, un'occasione per sperimentare

Lo stesso vale per la vita, spesso ci troviamo a dover affrontare situazioni da soli, ma è importante sentire che c’è comunque qualcuno che ci sostiene, anche se non siamo direttamente coinvolti nelle attività degli altri.

Così come i genitori che desiderano partecipare al gioco dei propri figli, anche nella vita è importante trovare modi per essere presenti, pur senza imporre la propria presenza in modo invadente. Trovare il giusto equilibrio tra esserci e lasciare spazio agli altri è una sfida costante, ma fondamentale per mantenere relazioni sane e appaganti.

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E quindi, come genitori che osservano i propri figli giocare da soli, possiamo imparare a essere presenti nella vita degli altri, anche quando sembra che non ci sia molto da fare. Basta spesso mostrarsi disponibili, ascoltare e offrire il proprio supporto silenzioso. In questo modo possiamo essere parte del gioco della vita degli altri, senza forzarne le dinamiche.

Dare un nome: partire dall’inizio e scegliere un nome per qualcosa

 In linea con la mia visione della vita, anche il gioco può essere inteso come

In un pomeriggio soleggiato, il padre o la madre, armati di fantasia e buon umore, si lanciano in un gioco con il proprio figlio. Potrebbe essere una caccia al tesoro nel giardino di casa, una sfida a costruire il castello più grande con i mattoncini colorati, o un’avventurosa esplorazione nei meandri della fantasia. Ma in realtà, dovremmo chiederci: chi si diverte di più in questo rituale, il bambino o l’adulto?

Il gioco del papà/della mamma diventa così un momento di connessione autentica, un’occasione per sperimentare la leggerezza e la spensieratezza che spesso vengono dimenticate nell’età adulta. È un momento per lasciarsi trasportare dalla fantasia senza pensare a doveri e responsabilità, un’oasi di libertà in mezzo alla routine quotidiana.

Ma c’è di più: dare un nome al rituale non solo lo rende più coinvolgente, ma anche più tangibile e memorabile. Il bambino imparerà a associare quel nome a un momento speciale insieme al genitore, creando così un ricordo indelebile nella sua memoria. E anche l’adulto, forse, imparerà a godersi di più quei momenti di gioco, trovando un appagamento che va aldilà del semplice compito di genitore.

E così, in un mondo sempre più frenetico e carico di responsabilità, il gioco diventa un’ancora di salvezza, un’oasi di gioia e leggerezza in mezzo alle tempeste della vita quotidiana. E potremmo chiederci: quale sarebbe il nome del gioco che ci permette di ritrovare la nostra parte più autentica e giocosa?

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Come fare la scelta del gioco e poi decidere quali regole applicare


Nella scelta dei giochi dunque, l’adulto non si pone come partecipante attivo, bensì come guida o supervisore dell’attività ludica. Questa impostazione permette all’adulto di mantenere una certa distanza dal gioco stesso, svolgendo un ruolo di osservatore e facilitatore.

Ma è importante sottolineare che il coinvolgimento dell’adulto non deve mai trasformarsi in un intervento invasivo, bisogna lasciar spazio alla creatività e all’autonomia del bambino. Il vero obiettivo del gioco non è tanto il risultato finale, quanto il processo creativo e l’esplorazione del bambino.

In linea con la mia visione della vita, anche il gioco può essere inteso come un modo per sperimentarsi, per affrontare sfide e per imparare a superare le difficoltà. L’adulto, in questo contesto, diventa una presenza rassicurante in grado di offrire supporto e orientamento, senza però soffocare la libertà e la spensieratezza tipiche dell’infanzia.

Nella scelta dei giochi proposti, si è tenuto conto anche della possibilità di invertire i ruoli, permettendo all’adulto di partecipare attivamente al gioco, ma sempre mantenendo un atteggiamento di apertura e disponibilità verso il modo di giocare dei bambini. In fondo, anche nella vita di tutti i giorni, la capacità di adattarsi ai diversi ruoli e di fluttuare tra azione e osservazione è fondamentale per affrontare le sfide e le opportunità che ci si presentano.

Il feedback finale sull’andamento del progetto

La chiusura del gioco, come la sua apertura, è un momento cruciale che segna il passaggio da un mondo fantastico e liberatorio a quello ordinato e regolamentato della realtà. In questo senso, l’adulto svolge un ruolo di guida e orientamento per il bambino, aiutandolo a compiere con successo questa transizione.

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Nella vita, spesso ci troviamo davanti a momenti di chiusura e apertura, trasformazioni che richiedono un periodo di adattamento e a volte di aiuto da parte di chi ci circonda. Così come nel gioco, anche nella realtà dobbiamo imparare a gestire le diverse fasi e a rispettarne le regole.

L’apprendimento e lo sviluppo delle abilità, sia cognitive che emotive, sono processi che accompagnano il bambino lungo il percorso della crescita. Tuttavia, non bisogna dimenticare che anche gli adulti sono costantemente impegnati in un processo di apprendimento e crescita, e che spesso è solo questione di trovare il giusto approccio o la chiave di lettura adatta a una determinata situazione.

Così come i bambini imparano ad abituarsi alle regole dei giochi condivisi, anche gli adulti sono chiamati a confrontarsi con le regole e le convenzioni della società in cui vivono. Ma a volte, così come per i bambini, non si tratta tanto di essere capaci o meno, ma piuttosto di trovare la chiave giusta per aprire la porta che ci separa dalla comprensione e dall’adattamento a nuove situazioni.