Diminuzione delle adozioni e aumento della procreazione medicalmente assistita. La presidente di Italia Adozioni esprime la necessità di ritornare ad adottare.

Diminuzione delle adozioni e aumento della procreazione medicalmente assistita. La presidente di Italia Adozioni esprime la

Nel mondo dell’adozione e dell’affido si intrecciano le storie di bambini e adolescenti in cerca di una famiglia e di coppie desiderose di accoglierli. Un groviglio complicato, fatto di numeri allarmanti e di emozioni nascoste, che spesso sfugge alla percezione comune. Ma è proprio di queste realtà nascoste che Italia Adozioni si occupa, cercando di diffondere una corretta comprensione dell’adozione e dell’affido.

Le cifre parlano chiaro: il numero di adozioni nazionali è in diminuzione, mentre aumenta il numero di minori in attesa di una famiglia. La pandemia ha sicuramente influito su questa tendenza, ma anche la diffusione della procreazione medicalmente assistita ha avuto il suo peso. Si tratta di una serie di domande complesse, che richiedono una riflessione approfondita sulle dinamiche sociali e culturali che influenzano l’adozione e l’affido.

In mezzo a questi interrogativi, emergono le storie dei bambini e dei ragazzi che attendono una famiglia. Come quella di Federica, che si sente diversa dagli altri e che ha trovato un modo per esprimere il suo disagio attraverso una lettera. È proprio per loro che Italia Adozioni si impegna, cercando di sensibilizzare la società e di garantire il rispetto dei diritti dei più piccoli.

La ricerca di risposte non è semplice, ma è necessaria per comprendere le dinamiche complesse che stanno dietro all’adozione e all’affido. È un impegno fondamentale, che richiede un’attenzione costante e un dialogo aperto tra tutte le parti coinvolte. Solo così si potrà garantire un futuro migliore ai bambini e ai ragazzi che attendono una famiglia.

Qual è il significato del prendersi cura di un bambino tramite l’adozione e quali sono i motivi che spingono una coppia a decidere di affrontare il complesso processo dell’adozione?

 L'importanza di questa cartella clinica risiede nel fatto che le informazioni contenute al suo interno

Nella vita, i bisogni e le aspirazioni delle persone si intrecciano e si scontrano, dando vita a una molteplicità di storie e percorsi. L’adozione rappresenta uno di questi intrecci, un incontro di desideri e necessità che trova il suo fulcro nel benessere del bambino. La legge, in questo contesto, si fa custode del superiore interesse del minore, richiamando l’attenzione sulla delicatezza e complessità di questo processo.

Molte volte, le coppie che scelgono l’adozione lo fanno perché non possono avere figli in modo naturale, o, per dirla con semplicità, con la pancia. Questa condizione mette in luce la fragilità e la complessità della vita umana, che spesso ci costringe a confrontarci con le nostre limitazioni, ma anche a scoprire risorse e possibilità inaspettate. Tuttavia, esistono anche casi in cui famiglie che potrebbero procreare biologicamente scelgono comunque l’adozione, un gesto che rappresenta un’eccezione ma che rimanda alla generosità e all’apertura verso l’altro.

L’adozione, dunque, si colloca al crocevia di molte esperienze umane, dove la ricerca di senso e appagamento personale si intreccia con l’impegno per il bene dell’altro, in un equilibrio sempre labile e mutevole, simile a una trama tessuta su una tela di vita.

Qual è la definizione e il significato di adozione e affidamento?

Significa accettare di essere genitori di un figlio non biologico, di aprirsi a una storia non

Nell’attesa che il bambino sia dichiarato adottabile, le coppie spesso si trovano a riflettere sul significato profondo dell’essere genitori. La questione dell’adozione solleva interrogativi importanti sulla filiazione e sull’identità, tanto per i genitori quanto per il bambino.

L’adozione rappresenta un atto di grande amore, ma anche di coraggio. Significa accettare di essere genitori di un figlio non biologico, di aprirsi a una storia non conosciuta, di affrontare le difficoltà del passato del bambino e di sostenerlo nel suo percorso di crescita.

D’altra parte, l’affido offre un’opportunità unica di condividere momenti di vita con un bambino, accompagnandolo nel suo percorso verso la riconciliazione con la propria famiglia d’origine. È un gesto di generosità e solidarietà, che mette in luce quanto l’amore possa andare oltre i legami di sangue e aprirsi a nuove forme di relazione e di appartenenza.

La possibilità che l’affido sia aperto a tutti, senza distinzioni di genere o di stato civile, è un segnale positivo della nostra società, che si apre a nuove configurazioni familiari e accoglie il desiderio di maternità e paternità in tutte le sue forme. In un’epoca in cui le convenzioni sociali e le norme tradizionali vengono costantemente messe in discussione, l’affido diventa un segno di cambiamento e di apertura verso la diversità.

L’importanza di sostenere i bambini in situazioni di vulnerabilità e di offrire loro una rete di affetto e cura è un compito che riguarda l’intera comunità. L’affido diventa quindi anche un’occasione per riscoprire il senso di comunità e di solidarietà, per costruire legami autentici e per mettersi al servizio del bene dei più piccoli.

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L’affido e l’adozione offrono l’opportunità di sfidare le convenzioni sociali, di ampliare i confini dell’amore e della famiglia, di aprirsi a nuove possibilità di relazione e di crescita. In un mondo in cui le differenze vengono spesso percepite come minacce, accogliere un bambino attraverso l’affido o l’adozione diventa un gesto di apertura e di fiducia nel futuro.

Qual è la situazione attuale delle adozioni in Italia?

 I minori adottabili in Italia rappresentano una piccola parte di una realtà molto più vasta,

Le cifre parlano di un cambiamento nei modelli di formazione delle famiglie, riflettendo l’evoluzione della società. L’opzione della procreazione medicalmente assistita, oggi accessibile, ha certamente contribuito a far diminuire le richieste di adozione. Ma questo calo non riguarda solo la disponibilità all’adozione, ma anche la percezione dell’adozione stessa come un’opzione di serie B.

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia offre sempre più possibilità nel campo della riproduzione assistita, portando le persone a preferire inizialmente la strada della fecondazione omologa. La condivisione del proprio patrimonio genetico sembra essere diventata la priorità, mentre l’adozione viene considerata una scelta alternativa, da affrontare solo in caso di fallimento delle altre opzioni.

Questa tendenza riflette anche un cambiamento nella percezione sociale dell’adozione. In passato, l’adozione era vista come un atto di amore e solidarietà, un gesto di apertura verso il diverso. Oggi, sembra essere stata relegata a una scelta di “seconda mano”, da intraprendere solo se necessario. Il desiderio di continuare il proprio patrimonio genetico ha preso il sopravvento, influenzando le scelte delle coppie che desiderano formare una famiglia.

Il modo in cui la società guarda all’adozione è cambiato, ma è importante ricordare che ogni bambino meriterebbe di trovare una famiglia amorevole, indipendentemente dall’origine genetica. In un’epoca in cui le possibilità si moltiplicano e le scelte si ampliano, è essenziale non dimenticare il valore dell’adozione come atto di affetto e responsabilità verso chi ha bisogno.

Qual è la ragione principale dietro il calo dell’adozione internazionale?

Nell’adozione internazionale, il declino è stato determinato da diversi fattori intricati. Da un lato, molti dei Paesi in cui si era soliti adottare hanno cominciato a favorire l’adozione nazionale, diminuendo così il numero di bambini disponibili per l’adozione internazionale. E quelli che risultano disponibili spesso presentano problemi, sia di natura psicologica che fisica, situazione che può risultare difficile da gestire per aspiranti genitori non preparati o non disposti ad affrontare tali sfide.

Inoltre, i costi elevati e le lunghe permanenze all’estero rappresentano un ulteriore ostacolo all’adozione internazionale, specialmente in un periodo di crisi economica come quello attuale. Non è facile sostenere le spese e assentarsi a lungo dal lavoro per i genitori adottivi, rendendo l’adozione internazionale un’opzione possibile solo per pochi privilegiati.

I bambini che giungono a essere figli attraverso l’adozione internazionale spesso sono considerati “special needs“, in quanto sono bambini che hanno vissuto situazioni difficili e necessitano di attenzioni particolari. Eppure, il ruolo dei genitori adottivi non è quello di essere dei supereroi, ma piuttosto di essere persone disposte ad affrontare le sfide che l’adozione comporta, cercando di prepararsi al meglio attraverso corsi di formazione e accompagnamento.

E qui entra in gioco la complessità della vita, dove spesso ci si trova di fronte a situazioni inaspettate e difficili da affrontare. Anche dopo l’adozione, le famiglie possono trovarsi di fronte a difficoltà impreviste, e non sempre trovano il supporto necessario nell’ambito pubblico. Si ritrovano così a dover affrontare da soli i problemi, o a dover spendere cifre elevate nel privato per ottenere l’aiuto di professionisti.

In fondo, la vita ci pone davanti a sfide impreviste e complesse, e ciò vale anche per l’adozione internazionale. Ecco perché, come in molte altre situazioni della vita, è fondamentale essere preparati, aperti al cambiamento e pronti a affrontare le difficoltà che possono presentarsi lungo il cammino.

Quali sono i tempi medi necessari per completare la procedura di adozione nazionale in Italia?

L’adozione, come la vita stessa, è un processo che sfugge ai tempi e alle previsioni, spesso soggetto a imprevisti e incertezze. Le coppie che desiderano adottare devono affrontare lunghe attese e incertezze, senza poter mai essere certe di quando arriverà il momento tanto agognato.

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Ma anche quando arriva, l’adozione non è mai una conclusione definitiva, bensì l’inizio di un percorso complesso fatto di adattamenti, rischi e imprevisti. Come nella vita, nulla è mai completamente sotto controllo, e l’adozione è un’ulteriore conferma di questa verità.

I minori adottabili in Italia rappresentano una piccola parte di una realtà molto più vasta, fatta di storie complesse e travagliate. Ogni bambino è un mondo a sé, con le proprie difficoltà e peculiarità, e l’adozione nazionale non può coprire tutti i bisogni e le richieste delle coppie desiderose di diventare genitori.

L’adozione internazionale aggiunge un ulteriore strato di complessità a questo quadro, richiedendo pazienza, adattamento e un’apertura al diverso che ricorda quanto sia importante essere flessibili di fronte alle sfide della vita.

In questo contesto, la figura dell’ente autorizzato che segue le coppie lungo il percorso di adozione rappresenta un punto di riferimento fondamentale, una guida in un viaggio incerto e pieno di insidie. Come in molte altre cose, anche in questa situazione la presenza di un supporto competente e fidato può fare la differenza.

Fino a quale grado di informazione le famiglie sono aggiornate riguardo allo stato di salute del bambino che stanno per adottare?

Nel viaggio dell’adozione internazionale, si riceve dal Paese di provenienza del bambino una sorta di cartella clinica che racconta la storia delle sue prime battaglie per la vita. Ma non tutti i Paesi sono così generosi nel lasciare traccia di quei primi mesi o anni. Alcuni documentano tutto minuziosamente, mentre altri sembrano voler cancellare quei dolorosi inizi.

L’importanza di questa cartella clinica risiede nel fatto che le informazioni contenute al suo interno possono fare la differenza nella vita del bambino. Talvolta, infatti, alcune patologie si manifestano solo successivamente, quando il bambino è già in un ambiente diverso da quello in cui è nato. È il caso di una coppia che ha adottato una bambina in Vietnam, scoprendo solo una volta tornati a casa che la piccola era affetta da sordità. Questo tipo di diagnosi può sfuggire nei primi mesi di vita, quando il contatto individuale è limitato e le cure non sempre rispondono ai bisogni specifici dei singoli bambini.

Ma non è raro il caso opposto, in cui una diagnosi iniziale si dissolve una volta che il bambino è accolto nella nuova famiglia. La mancanza di stimoli, le carenze alimentari, la privazione affettiva possono portare a diagnosi erronee, lasciando spazio alla gioia di scoprire che il bambino, una volta amato e accudito, fiorisce, dimostrando di essere sano e vivace. In questi casi, la presenza amorevole di una famiglia adottiva può cambiare radicalmente il destino di un bambino, vanificando le previsioni più cupo e aprendo la strada a nuove possibilità di crescita e sviluppo.

Quest’anno si commemora il 40 anniversario della legge sull’adozione. Quali sono le problematiche e le questioni critiche che riguardano l’adozione sotto il profilo legislativo?

La legge sull’adozione, oggetto di stretta osservanza da parte dei giuristi internazionali, si è evoluta nel corso degli anni, come tutti gli ordini giuridici, per adattarsi alle mutate esigenze della società. Ma al di là delle norme scritte, è cambiata la visione stessa dell’adozione, che non è più intesa come una “seconda nascita” che cancella il passato, bensì come un’opportunità di trovare la famiglia migliore per il bambino, rispettando e accogliendo la sua storia.

Negli anni Sessanta e Settanta, prevaleva l’idea di nascondere il passato dell’adottato, un segreto che poteva diventare un peso insopportabile una volta rivelato. Si credeva che fosse meglio per il bambino non sapere di essere stato adottato, e così si regalava un passato fittizio, privandolo della sua vera identità. Oggi, grazie alle nuove sensibilità e all’evoluzione della psicologia, si comprende che l’identità del bambino è un patrimonio da tutelare, e che la sua storia va accolta e rispettata.

Questa nuova prospettiva sull’adozione mette al centro il minore, le sue esigenze e la sua storia, e punta a trovare la soluzione più adatta a garantirgli un futuro sereno e stabile. Non si tratta più solo di soddisfare il desiderio di paternità e maternità di chi non può avere figli, ma di garantire al bambino la migliore opportunità di crescita e realizzazione.

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La legge sull’adozione si è dunque adattata a questi nuovi valori, sottolineando l’importanza di preservare le radici e l’identità del minore, anche nel contesto dell’adozione internazionale. Un’evoluzione che rispecchia il mutare delle nostre concezioni di famiglia, di identità e di diritti dell’infanzia.

Di cosa avresti bisogno al giorno d’oggi?

Da vent’anni, dal 2024, la richiesta di un database nazionale in condivisione con i 29 Tribunali che si occupano dell’adozione è rimasta senza risposta. Si tratta di un desiderio di uniformità e condivisione, affinché i Tribunali possano avere accesso all’elenco dei bambini adottabili in Italia e delle coppie disponibili, riducendo così le disuguaglianze e le differenze di procedura che attualmente esistono da una città all’altra.

Sono 30.000 i minori in affido in Italia, ciascuno con la propria identità, età e storia personale. Questi bambini e ragazzi sono in attesa di una famiglia che possa offrire loro amore e sostegno, e il tempo che trascorrono in attesa non può essere recuperato. Ogni istante è un frammento irripetibile della loro esistenza, un pezzo di vita che non può essere restituito. Ecco perché è urgente dotarsi di un sistema che tenga traccia di tutti i minori fuori famiglia, in modo da garantire loro il miglior futuro possibile.

Un problema particolarmente doloroso riguarda gli affidi di pronta accoglienza per bambini da 0 a 3 anni. Questi piccolini hanno un bisogno urgente di trovare una famiglia disposta ad accoglierli e a fornire loro l’amore e le cure di cui necessitano nella prima fase della loro vita. Tuttavia, il periodo di tempo in cui dovrebbero restare in questa situazione transitoria viene spesso prolungato oltre il necessario.

La realtà dei servizi sociali è complessa e si scontra con numerose difficoltà. Il personale è insufficiente, gli assistenti sociali sono oberati di lavoro, e la stessa situazione riguarda i giudici e il mondo dei Tribunali per i Minorenni. Si tratta di un settore in cui lo Stato non investe a sufficienza, lasciando coloro che si occupano di queste delicate questioni in una situazione di estrema precarietà. È necessario promuovere una cultura dell’adozione e dell’affido, sensibilizzando l’opinione pubblica e fornendo il supporto necessario a coloro che lavorano in questo campo così cruciale.

Qual è l’attività svolta da Italia Adozioni?

In una società che spesso discrimina e emargina, l’adozione e l’affido sono un’opportunità per dimostrare che l’amore e la famiglia possono superare ogni barriera. La diversità è una ricchezza, e le famiglie adottive sono il simbolo di questa ricchezza, mostrando che il legame del cuore può essere più forte di qualsiasi legame biologico.

La lettera della giovane Federica è un esempio di come la società spesso giudichi senza conoscere, senza capire che l’adozione non è un male, ma una soluzione, una cura per il dolore che può derivare da situazioni complesse e difficili. La percezione distorta della realtà è spesso causata dall’ignoranza e dalla mancanza di informazione corretta.

Le parole, i pensieri e le azioni di coloro che circondano i bambini adottati e affidati possono influenzare profondamente il modo in cui essi percepiscono la propria storia e la propria identità. È quindi fondamentale educare la società a parlare e agire correttamente nei confronti dell’adozione e dell’affido, in modo da creare un ambiente inclusivo e accogliente per tutti, indipendentemente dalla loro provenienza o storia familiare.

L’associazione Italia Adozioni svolge un ruolo cruciale nello promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’inclusione, attraverso la sensibilizzazione e la diffusione di informazioni corrette sul tema dell’adozione e dell’affido. La sua missione è quella di dimostrare che l’amore e la famiglia possono essere costruiti in modi diversi, e che ogni storia merita rispetto e comprensione.

Le storie di adozione e affido sono storie di resilienza, di accettazione e di amore incondizionato. Sono storie che insegnano che la famiglia non è definita solo dal sangue, ma soprattutto dal cuore. E sono storie che arricchiscono il tessuto sociale, mostrando la bellezza della diversità e la forza dell’amore.