Nel tranquillo borgo di Cavallino, in provincia di Lecce, una bambina di soli dodici mesi è stata introdotta nel mondo delle incombenze burocratiche in maniera insolita e affascinante. Già a quell’età, ha sperimentato il brivido di ricevere una raccomandata intestata a sé stessa, una situazione che molti adulti conoscono solo troppo bene.
Questa vicenda, che sembra uscita dalle pagine di un romanzo kafkiano, ci offre l’opportunità di riflettere sulla complessità e talvolta assurdità dell’apparato burocratico. Come viviamo in un mondo in cui anche i neonati sono coinvolti in questioni economiche e amministrative, prima ancora di poter dire la loro prima parola o compiere i primi passi? Eppure, anche in mezzo a tali assurdità, emerge la determinazione della madre che si batte per far valere i diritti della sua piccola, dimostrando l’instancabile amore e la protezione materna che superano persino arcana burocrazia.
La madre, incredula di fronte all’assurda situazione, si è rivolta alle autorità competenti nel tentativo di far luce su questo errore. Ma il sistema burocratico sembra aver chiuso le porte di fronte a lei, rendendo necessario l’intervento di un legale per risolvere questa situazione paradossale. Ecco quindi un’altra dimensione della vita moderna: la necessità di ricorrere a mezzi legali per risolvere errori burocratici che ci coinvolgono in maniera così insolita.
Ma anche in mezzo a tali circostanze, la speranza della madre è che questo assurdo equivoco possa essere revocato senza dover ricorrere a vie legali più complesse. Ecco la resilienza e la determinazione di fronte alla lentezza e alla complessità dell’amministrazione pubblica, un tema così Molti scrittori, compreso il sottoscritto.