Stefano racconta la sua esperienza del rapporto con la piccola Ilary: “Ho affrontato molte difficoltà per non diventare un genitore single che può vedere la figlia solo durante il fine settimana”

Stefano racconta la sua esperienza del rapporto con la piccola Ilary: “Ho affrontato molte difficoltà per

Stefano Pollari, uomo di 35 anni, e la sua piccola Ilary, di soli 6 anni, erano legati da un rapporto così profondo e assoluto che sembrava trascendere ogni limite terreno. Stefano, in un’intervista a Wamily, confessò che per Ilary si sarebbe fatto ammazzare, e che mai avrebbe potuto abituarsi alla sua assenza. Aveva lottato strenuamente per evitare di diventare quel padro separato che vedeva la figlia solo il venerdì e il sabato, e a volte neanche per l’intera durata di quei giorni.

La loro storia, tuttavia, sorse da una rovina e si trasformò in una rivincita, con la piccola Ilary al suo fianco. Stefano Pollari, “romano de Roma” come amava definirsi, possedeva una determinazione incrollabile: secondo lui, la loro forza risiedeva nella loro genuinità. La svolta arrivò dopo un’atroce disavventura giudiziaria. Coinvolto in un malinteso, Stefano fu ingiustamente condannato a 21 giorni di carcere, prima di dimostrare la propria estraneità al presunto reato. Una volta fuori, si ritrovò senza soldi, senza lavoro e con una relazione sentimentale ormai finita. Fu allora che decise di aggrapparsi all’unica ragione di vita rimastagli: la figlia Ilary. “È la mia vita,” mi confidò, “quando la guardo, mi innamoro ogni volta.” In effetti, la storia di Stefano e Ilary sembrava un esempio straordinario di come il destino potesse riservare sorprese inaspettate. Il loro legame rappresentava una sorta di risarcimento, un baluardo contro le avversità che li avevano duramente colpiti. Eppure, nonostante la loro storia avesse conosciuto il baratro della sofferenza, l’amore paterno e filiale sembrava aver trovato una via di rinascita, come un seme che germoglia in un terreno inospitale.

Stefano e la piccola Ilary incarnavano un esempio di resilienza, di come l’essenza più autentica dell’essere umano possa emergere anche nelle circostanze più avverse. La loro vicenda mi portò a riflettere sull’imprevedibilità della vita, sulle sue possibilità inaspettate di riscatto. In un mondo dove le sue stesse regole possono mutare in un istante, le storie come quelle di Stefano e Ilary rappresentano un costante monito sul potenziale di rinascita che si nasconde dietro anche le prove più ardue.

Stefano, condividi con noi un racconto di tua figlia Ilary

Mi chiedo se sia giusto proteggerla da certe dinamiche o se, al contrario, sia meglio accompagnarla

Nella vita di ogni genitore ci sono momenti di difficoltà, periodi in cui sembra che tutto vada storto e che si perda il controllo della situazione, come se ci fosse un’ingiustizia giudiziaria che scende su di noi. Eppure, nonostante le avversità e le sfortune, c’è sempre una scelta da fare, un atteggiamento da adottare di fronte alle avversità.

Mi è capitato di trovarmi in una situazione simile, senza soldi e senza un posto stabile dove vivere. Ma ho deciso di non essere un padre assente, anche senza grandi risorse a disposizione. Ho cercato di essere presente nella vita di mia figlia, nonostante le difficoltà. Un padre separato, un genitore single, con tutte le sfide e le responsabilità che questo comporta.

Mentre cercavo di fare fronte alle difficoltà quotidiane, ho continuato a pubblicare video online. Era una sorta di sfogo, un modo per raccontare la mia storia e per connettermi con altri genitori che si trovavano nella mia stessa situazione. Attraverso quei video, ho trovato una sorta di empatia e comprensione da parte di tanti altri che condividevano le mie stesse esperienze.

E nel frattempo, Ilary cresceva. La nostra coppia papà-figlia diventava sempre più forte, e nonostante le avversità, riuscivamo a trovare momenti di gioia e serenità. La simpatia di Ilary, la sua crescita, erano luce e speranza nelle giornate più difficili. E così, anche nelle situazioni più complicate e inaspettate, si possono trovare momenti di positività e forza per andare avanti.

Qual è l’opinione di Ilary sulla sua esperienza scolastica e qual è il suo modo di relazionarsi con i suoi compagni di classe?

Questo atteggiamento equo e inclusivo non fa altro che contribuire a preservare la sua natura infantile,

Quando la giovane Ilary si fa strada tra i corridoi della scuola, qualche bambino si affretta ad interpellarla con un entusiastico “Ilary, Ilary“, ma devo dire che ha dei maestri bravissimi. E in effetti, a scuola come nello sport viene trattata come tutti gli altri compagni, senza distinzioni, come è giusto che sia. Questo atteggiamento equo e inclusivo non fa altro che contribuire a preservare la sua natura infantile, e a far sì che possa continuare a essere semplicemente una “bambina”.

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Eppure, non posso negare che la piccola Ilary sembri molto più matura della sua giovane età. È sveglia e attenta, dotata di una consapevolezza insolita per i suoi soli sei anni. Quando parlo con lei, mi trovo a trattarla quasi come un’adulta, forse perché ha vissuto esperienze difficili che l’hanno costretta a crescere in fretta, ad affrontare sfide che molti adulti faticano ad affrontare.

La vita ci mette di fronte a situazioni e contesti che spingono i bambini a crescere prima del tempo, a maturare oltre la loro giovane età. Eppure, nonostante tutto, è importante preservare e proteggere il loro diritto a essere bambini, a vivere con leggerezza e spensieratezza. E forse, in questo equilibrio sottile tra la maturità precoce e la tenerezza infantile, si nasconde la magia dell’infanzia, in grado di resistere anche alle difficoltà più grandi.

Qual è la natura del tuo legame con tua figlia?

Questo atteggiamento equo e inclusivo non fa altro che contribuire a preservare la sua natura infantile,

Era come se quei momenti di gioco e compagnia fossero la mia unica salvezza, il rifugio in cui dimenticare le difficoltà e le preoccupazioni quotidiane. Ed è proprio in quei momenti che mi rendo conto di quanto sia importante vivere ogni istante con consapevolezza, assaporando ogni singolo istante come se fosse unico e irripetibile.

La vita, ho imparato, è fatta di piccoli istanti di felicità e di serenità, e sono quei momenti a renderla degna di essere vissuta appieno. Così come ogni mattina mi affretto a prendere Ilary per portarla a scuola, così cerco di afferrare ogni opportunità che la vita mi offre, consapevole che non potrò mai sapere quali sorprese mi riserva il futuro.

È difficile, a volte, non lasciarsi travolgere dalle difficoltà, ma è proprio in quei momenti che dobbiamo raccogliere tutte le nostre forze e cercare la luce anche nelle situazioni più buie. Perché, come diceva Calvino, “si fa presto a dire ‘la vita è dura’ o ‘la vita è difficile’, e in effetti lo è: ma che cosa si guadagna a fare una dichiarazione simile se non il perdere di vista il fatto che la difficoltà è sempre quella di essere contemporaneamente uomo e donna”.

Quali sono le attività che vi piacciono fare?

Mi piace pensare alla vita come a un grande parco giochi, dove le esperienze più semplici e comuni possono trasformarsi in momenti di magia e gioia. Come quei giochi che si trovano nelle case dei bambini, piccoli oggetti che diventano protagonisti di storie straordinarie, capaci di trasportare la fantasia in mondi lontani e meravigliosi.

E così anche nelle relazioni umane, spesso sono le piccole e apparentemente insignificanti interazioni che ci regalano i momenti più preziosi. Come quando due bambini si incontrano e in un attimo diventano amici, senza domande o pregiudizi, ma semplicemente con la voglia di condividere giochi e sorrisi.

Questa semplicità e spontaneità dei bambini è qualcosa di straordinario, una lezione preziosa che spesso dimentichiamo da adulti, troppo impegnati a complicare le cose invece di godere della bellezza dell’istante presente. Quante volte ci dimentichiamo di quanto può essere gratificante semplicemente giocare e divertirci insieme, senza preoccuparci del giudizio degli altri o delle responsabilità quotidiane?

Eppure, basta osservare i bambini per ricordare che la vita è fatta anche di queste piccole gioie, di quelle emozioni sincere che non hanno bisogno di grandi artifici per essere vissute appieno. Forse, proprio in queste semplici esperienze, si nasconde la chiave per ritrovare la leggerezza e la meraviglia che spesso sembrano sfuggirci di mano.

Quali sono le sfide di essere un papà single?

Incerto, il destino di ciascuno è plasmato da diverse variabili. La mia lotta con la madre di Ilary è stata lunga e aspra, persino tramite gli avvocati, al fine di evitare di diventare quel padre separato che vede la propria figlia solo il venerdì e il sabato, quando va bene, per poi riportarla a casa la domenica mattina. Le dissi: “Se mi privi di mia figlia, mi uccidi”. Ho in qualche modo vanificato parte di me stesso per assicurarmi che, laddove la madre non potesse arrivare, fossi io a farlo. Se la madre lavora 10 ore al giorno? Va bene, ci sono io. Oggi, ad esempio, andrò a prenderla a scuola e starò con lei fino alle 5, per poi riportarla a casa. Ieri, invece, ho potuto vederla solo poco tempo perché la madre era in riposo, sono andato a vederla giocare a pallavolo e poi me ne sono andato. A volte possiamo anche litigare, ma riusciamo a gestire la situazione in maniera abbastanza libera.

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Nella vita le relazioni, specialmente quelle familiari, possono essere ostiche e richiedere un impegno costante. L’autore cerca di essere presente per la figlia Ilary nonostante le difficoltà e i conflitti con la madre. La dedizione verso la piccola dimostra un desiderio di mantenere viva la relazione paterna nonostante le avversità, dando prova della complessità delle relazioni familiari e della loro centralità nella vita di ognuno.

Qual è stato il modo in cui hai spiegato la vostra separazione a tua figlia?

Nella penombra del locale, mentre gli sguardi si incrociavano all’insaputa di lei, ho riflettuto sulle complicazioni che il rapporto con mia figlia comporta. È come un labirinto da percorrere con attenzione, evitando di inciampare nelle trappole che la vita ci pone davanti. Mi chiedo se sia giusto proteggerla da certe dinamiche o se, al contrario, sia meglio accompagnarla con delicatezza lungo il cammino dell’amore e delle relazioni umane.

Nella mia mente si scontrano i dubbi e le incertezze di un genitore che desidera solo il meglio per il proprio figlio, ma sa di non poter controllare il corso imprevedibile della vita. Eppure, anche se cerco di evitare di coinvolgerla nelle mie relazioni, comprendo che la sua saggezza infantile sia più profonda di quanto possa immaginare. Forse, alla fine, sono io stesso a temere di mettere in difficoltà la mia piccola, sottovalutandone la capacità di comprendere e accettare la complessità del mio mondo affettivo.

In questa serata, mentre lei osservava con occhi curiosi la nuova presenza al nostro tavolo, ho capito che forse è giunto il momento di spiegarle che l’amore è un sentiero tortuoso, ma che porta con sé la bellezza dell’ineffabile. Forse è giunto il momento di farle capire che non sempre ci si trova di fronte a una definizione netta di coppia, ma che l’amore può manifestarsi in molteplici forme, tutte degne di rispetto e comprensione.

Quando sarà più grande, le racconterò delle storie che ho vissuto, delle scelte difficili e delle emozioni contrastanti che hanno segnato il mio cammino. Le parlerò dell’importanza di accettare la complessità delle relazioni umane e di non temere di avvicinarsi alle diversità. Le spiegherò che, anche se ho scelto di non presentarle una nuova compagna per non confonderla, non ho mai smesso di sperare di poterle trasmettere il coraggio di affrontare le incertezze della vita con la stessa saggezza con cui lei affronta la sua domanda inattesa.

Qual è il significato che attribuisci alla parola “rivincita”?

Nella mia condizione attuale mi ritrovo a riflettere su quanto effimera possa essere la solidarietà umana. Quando ero prospero e in vista, tutti sembravano affollare la mia bottega, ma ora che sono caduto in disgrazia, mi trovo solo di fronte alle mie sconfitte. È come se la vita stessa mi stia dispensando una lezione sulla fugacità delle relazioni umane e sull’illusione della stabilità economica.

Ma non posso negare che mi sia piacevolmente compiaciuto nel vedere il mio destino invertire la rotta. Coloro che mi deridevano e subivano quello che definirei scherzosamente “il mio pane quotidiano” adesso possono contemplare la mia resilienza e la mia capacità di reagire alle avversità. È un’inversione di ruoli che mi riempie di una strana soddisfazione, quasi come se fossi protagonista di una commedia umana dal finale ironico.

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Eppure, riflettendo su queste vicissitudini, mi rendo conto di quanto la nostra esistenza sia permeata da un’incessante oscillazione tra il successo e la sfortuna, tra la popolarità e il disprezzo, tra la ricchezza e la povertà. È come se la stessa trama della vita fosse intessuta di contraddizioni e sorprese imprevedibili, che ci costringono ad adattarci continuamente e a riconsiderare la nostra percezione del mondo.

E forse, in questa mescolanza di eventi e sentimenti contrastanti, risiede la vera essenza dell’esistenza umana: una strada tortuosa e incerta, in cui la gioia e il dolore si alternano come le note di una sinfonia dissonante. Ma è proprio in questa discordia che possiamo trovare una strana armonia, una bellezza irrazionale che ci spinge a continuare a danzare sulla corda tesa della vita.

Qual è la situazione attuale nel mondo del web?

Il mondo è un luogo intriso di falsità, un palcoscenico dove ognuno recita la propria parte in una commedia sociale fatta di convenzioni e finzioni. Le relazioni umane sono spesso costruite su basi fragili, basate sull’interesse personale e sull’opportunismo. Gli amici veri sono rari come gemme preziose in un deserto arido, e spesso ci si ritrova circondati da individui che fingono di essere qualcosa che non sono. E poi ci sono i leoni da tastiera, individui senza volto che si nascondono dietro lo schermo del computer per riversare la propria cattiveria in forma di insulti e minacce.

Nella società moderna, l’ipocrisia e la superficialità sembrano regnare sovrane, e la vera autenticità è diventata un bene sempre più raro e prezioso. Eppure, nonostante tutto, c’è ancora spazio per la vera amicizia e per la gentilezza autentica. Bisogna solo saperla riconoscere tra le pieghe della maschera che ognuno indossa per proteggere la propria vulnerabilità. Bisogna imparare a difendersi dalle insidie dei leoni da tastiera, senza dimenticare che dietro ogni schermo c’è una persona con sentimenti e fragilità.

La vita è un intricato labirinto di relazioni e connessioni umane, dove bisogna saper navigare con astuzia e attenzione. Ma non bisogna perdere di vista la bellezza e la genuinità che si nascondono dietro le apparenze ingannevoli. Bisogna imparare a discernere la vera amicizia dall’opportunismo, a riconoscere il vero valore delle parole e delle azioni, e a difendersi con fermezza dagli attacchi dei leoni da tastiera. Solo così si potrà cogliere appieno il senso e la bellezza della vita, nonostante le insidie e le false apparenze che la caratterizzano.

Qual è il significato per te della relazione con tua figlia?

La vita, la mia vita, è fatta di piccoli gesti, di attimi di puro e intenso amore. Eppure, anche l’amore per mia figlia, così potente e assoluto, non è immune dalle sfumature di un sentimento più complesso. Sì, è vero, mi farei ammazzare per lei, ma in fondo si tratta di una dichiarazione che si scontra con la realtà della vita quotidiana. Quanto amore possiamo veramente provare? Quanto siamo disposti a sacrificare per coloro che amiamo? Mi perdo in questi pensieri mentre attendo l’uscita da scuola di mia figlia, con l’impazienza di chi sa di trovare un momento di gioia in mezzo alle incombenze quotidiane. E guardando quella piccola creatura che mi riempie il cuore, mi ritrovo a pensare a quanto sia straordinario il mistero della vita, con tutte le sue contraddizioni e le sue emozioni che ci spingono a voler vivere ogni istante come se fosse l’ultimo.