Modifica del sistema di valutazione della condotta a scuola: dalla media verrà calcolato un voto che potrebbe portare ad un possibile rimando a settembre con un punteggio di 6

Modifica del sistema di valutazione della condotta a scuola: dalla media verrà calcolato un voto che

Nel tessuto della scuola si insinuano i nodi della disciplina e del rispetto, nodi che la politica si sforza di districare con le sue leggi e decreti. Ma sarà veramente sufficiente il voto in condotta a garantire un clima di rispetto e responsabilità tra gli studenti?

La nuova normativa sembra voler dare maggior peso al comportamento degli studenti, facendo sì che esso influenzi in maniera più incisiva il giudizio finale. Ma la vita è fatta di sfumature e di nuances, e non sempre un comportamento irreprensibile è garanzia di una personalità equilibrata e consapevole.

D’altro canto, è incoraggiante vedere l’attenzione alle attività di cittadinanza solidale a cui saranno costretti ad partecipare coloro che verranno sospesi per più di due giorni. Forse è proprio nell’educazione alla solidarietà e alla responsabilità verso gli altri che si possono trovare le radici profonde di un’autentica convivenza pacifica e rispettosa.

Eppure, anche di fronte a queste buone intenzioni legislative, non possiamo fare a meno di chiederci se la vera soluzione ai problemi di bullismo e mancanza di rispetto non risieda forse in una riconsiderazione profonda dei modelli educativi e sociali che permeano la nostra società. Forse è necessario guardare oltre le misure punitive e cercare di comprendere le cause profonde di comportamenti così dannosi.

Insomma, dietro la politica dei decreti e delle sanzioni si cela la sfida più grande, quella di educare al rispetto e alla solidarietà in un mondo sempre più competitivo e individualista. E forse questa sfida non può essere vinta soltanto con leggi e regole, ma richiede un impegno costante e diffuso, che coinvolga non solo la scuola, ma l’intera società.

Quali sono le possibili modifiche nel comportamento degli studenti con l’introduzione del voto in condotta?

Erano domande senza risposta, questioni che avrebbero richiesto tempo, impegno e un profondo senso di responsabilità

Nel momento in cui il provvedimento sarà finalmente ratificato dal Parlamento – e chissà quanto tempo ci vorrà per arrivare a quel punto, con tutta la burocrazia e le lungaggini procedurali che caratterizzano il nostro sistema politico – si aprirà un nuovo capitolo nella vita degli studenti italiani. Le novità, che tanto fanno discutere e dividono le opinioni, entreranno in vigore nel prossimo anno scolastico, portando con sé un senso di incertezza e di cambiamento per tutti coloro che sono coinvolti nel mondo della scuola.

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Il voto in condotta, una delle regole più temute e discusse dagli studenti di ogni generazione, tornerà ad essere espresso in decimi, riportando alla luce vecchie dinamiche di competizione e giudizio sociale all’interno delle classi. Questo punteggio avrà un peso nell’arco dell’intero anno scolastico, incidendo direttamente sulla media finale degli studenti e determinando addirittura la bocciatura o l’esclusione dall’Esame di Stato per coloro che si trovano agli ultimi anni delle superiori.

Si apre dunque una nuova era in cui la disciplina e il comportamento diventano elementi determinanti per il successo scolastico, e non solo l’impegno nello studio e il rendimento accademico. Non basterà più brillare solo nei libri di testo per ottenere il passaggio di classe o l’ammissione all’esame finale: bisognerà dimostrare di essere cittadini attivi e responsabili, rispettando le regole e partecipando attivamente alla vita della scuola.

E cosa dire dei ragazzi che otterranno un 6 in condotta? Non saranno bocciati, ma dovranno comunque fare i conti con un’estate di studio e riflessione, preparando un elaborato su temi di cittadinanza attiva per poter tornare a scuola a settembre. Sarà un’estate diversa, lontana dai giochi e dal riposo, ma ricca di spunti di crescita personale e civica.

E per coloro che si avvicinano alla fatidica maturità, il 6 in condotta potrebbe aprire le porte a un nuovo capitolo di studio e riflessione, con l’elaborato di Educazione Civica che diventerà parte integrante dell’Esame di Stato. Sarà un modo per mettere alla prova le competenze acquisite in anni di studio, non solo sul piano accademico ma anche su quello civico e sociale.

Infine, solo i ragazzi e le ragazze che otterranno un 9 o un 10 in condotta potranno sperare di accumulare il massimo dei crediti scolastici, un obiettivo ambito e cruciale per chi si appresta a affrontare l’esame di maturità. Ma che significato avrà questo punteggio, se non sarà accompagnato da una vera formazione civica e da un’autentica consapevolezza dei propri compiti e diritti come cittadini?

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E così, tra voti in condotta, progetti estivi e preparazione all’esame finale, la vita degli studenti si dipana in un intreccio di regole e valutazioni, in cui ogni passo lascia un’impronta indelebile sul cammino verso l’età adulta. E forse, proprio in questo intricato labirinto di giudizi e aspettative, c’è lo spazio per scoprire nuove capacità e talenti, per imparare a guardare al di là dei numeri e dei punteggi, e per costruire un futuro che sia davvero all’altezza delle aspettative.

Le sospensioni

 Insomma, dietro la politica dei decreti e delle sanzioni si cela la sfida più grande,

In una piccola città di provincia, circondata da campi di grano e colline verdissime, si trovava la scuola elementare “G. Leopardi”, un edificio semplice e austero, con le pareti ingiallite dal tempo e i banchi consumati dall’uso. Era proprio qui che il pugno d’oro, una tradizione secolare della scuola, prendeva forma nei confronti degli alunni indisciplinati.

La decisione di infliggere punizioni in caso di sospensione non era nuova, ma dalla riunione del Consiglio di Classe era emerso un nuovo approccio, un’idea audace che avrebbe cambiato per sempre il modo di concepire la giustizia nella scuola. “Se i ragazzi devono essere messi temporaneamente da parte”, aveva dichiarato il preside con voce decisa, “allora devono farlo proprio qui, tra queste mura che li accolgono ogni giorno”.

E così, le sospensioni non avrebbero significato libertà, ma un’opportunità di riscatto, un’occasione per imparare una lezione più profonda di quella che si poteva apprendere dai libri di testo. Se la sospensione superava i due giorni, i ragazzi sarebbero stati coinvolti in attività di cittadinanza solidale, un modo per far capire loro il valore della partecipazione attiva alla comunità.

Ma nei dettagli si nascondeva la vera sfida. Come avrebbero organizzato queste attività? Chi avrebbe supervisionato i ragazzi? E soprattutto, in che modo avrebbero misurato l’efficacia di questa misura educativa? Erano domande senza risposta, questioni che avrebbero richiesto tempo, impegno e un profondo senso di responsabilità da parte di tutto il corpo insegnante.

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E così la vita nella scuola “G. Leopardi” continuava, tra lezioni noiose e giochi nel cortile, ma ora anche con l’ombra imminente del pugno d’oro che incombeva su chiunque osasse disturbare la quiete di quell’antico edificio. E mentre i ragazzi si preparavano a affrontare le conseguenze delle proprie azioni, la vita seguiva il suo corso, sempre imprevedibile, sempre sorprendente, proprio come il filo invisibile che lega ogni singolo istante con il successivo.