Il 94% dei membri della generazione Z si sente sicuro solo se condividono la propria posizione con i genitori, secondo uno studio. Un pedagogista commenta: “Questa dipendenza non rappresenta un senso di autonomia, ma piuttosto un controllo eccessivo.”

Il 94% dei membri della generazione Z si sente sicuro solo se condividono la propria posizione

Nella società odierna, la generazione Z sembra vivere nell’ombra di una costante ansia, un’ansia che si riflette nei loro genitori e nella necessità di controllare costantemente la loro posizione tramite app. In un mondo dominato dalla sovraesposizione e dalla paura, i giovani di oggi sembrano essere cresciuti nell’ombra di una costante incertezza. La ribellione, tipica dell’adolescenza, sembra essere sopraffatta da un bisogno di sicurezza che li spinge a condividere ogni passo con i propri genitori. È un mondo in cui la sicurezza sembra essere una priorità assoluta, ma anche un riflesso dello stato d’animo collettivo, in cui la paura sembra dominare sul coraggio.

La dipendenza dai dispositivi tecnologici sembra essere la conseguenza di un’epoca in cui il pericolo sembra insinuarsi in ogni angolo della vita quotidiana. La sensazione di solitudine e l’angoscia di trovarsi invischiati in situazioni pericolose sembrano essere i sentimenti predominanti di questa generazione. Il desiderio di indipendenza è ancora presente, ma è accompagnato dalla necessità di un “controllo di sicurezza” fornito dai genitori. È come se la generazione Z stesse cercando di trovare un equilibrio tra l’autonomia e la sicurezza, un equilibrio che sembra essere fragile e incerto.

Le esperienze vissute durante la pandemia e la costante esposizione a eventi violenti sembrano aver plasmato una generazione che ha imparato a temere il mondo che la circonda. La sovraesposizione a immagini e notizie violente attraverso i social media sembra aver contribuito a cementare queste paure, trasformando la generazione Z in una generazione ansiosa.

I genitori, a loro volta, sono spaventati dal mondo in cui i loro figli devono crescere, e il controllo costante sembra essere il modo per rassicurarsi su quanto siano al sicuro i propri figli. Ma il controllo non può sostituire l’interiorizzazione dei valori e la capacità di fare scelte giuste. La generazione Z sembra aver accettato la necessità di questa supervisione costante, ma rimane aperta la domanda su quando si sentiranno pronti ad affrontare il mondo da soli, senza la costante vigilanza di qualcuno pronto a intervenire.

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In questo contesto, l’importanza del valore interiore e della formazione morale appare più preminente che mai. È fondamentale che i giovani di oggi non soltanto imparino a gestire le proprie paure e ansie, ma sviluppino anche la capacità di fare scelte sagge e responsabili. Solo così potranno affrontare la realtà senza la costante necessità di un controllo esterno, e solo così potranno davvero trovare la libertà e l’indipendenza che cercano.

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È fondamentale che i giovani di oggi non soltanto imparino a gestire le proprie paure e

I genitori spesso sentono la necessità di controllare i propri figli, una manifestazione delle loro paure e insicurezze di fronte alla percezione del pericolo nel mondo e alla responsabilità nei confronti dei propri figli. Ma è anche un segno di quanto siano importanti le esperienze e i valori trasmessi dai genitori, la società e le letture che noi facciamo di questi ultimi, adattandoli alle nostre forme mentali e alle nostre esperienze.

Quando si chiede ai genitori se sentono il bisogno di controllare i propri figli, spesso rispondono con frasi come “io mi fido di mio figlio, non mi fido degli altri”, ma questo è un atteggiamento distorto. Non si può affidare responsabilità al proprio figlio se non si crede che abbia la capacità di valutare le situazioni che potrebbero metterlo a rischio. E’ un po’ come il rapporto tra il narratore e il lettore, dove il narratore ha il compito di guidare il lettore attraverso le situazioni, ma alla fine è il lettore stesso che deve trarre le proprie conclusioni.

Il vero valore sta nel permettere ai ragazzi di provare a mettersi in certe situazioni, di rischiare (pur lontani dalla criminalità) e di compiere scelte autonome. Il controllo eccessivo dei genitori non favorisce lo sviluppo dell’autonomia e della capacità decisionale dei ragazzi. Quando i genitori smetteranno di controllare la posizione del cellulare del figlio, si spera che questi abbia interiorizzato la capacità di evitare situazioni rischiose, perché ha compreso i valori e le conoscenze in grado di proteggerlo.

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In ultimo, mi piace pensare che i genitori possano imparare dai propri figli, come la ragazza di 17 anni che, con ironia, ha confessato di essere lei a controllare i genitori e le loro azioni. Forse si tratta di genitori molto abili, capaci di insegnare ai propri figli le giuste lezioni di vita, oppure di adolescenti che desiderano essere seguiti e guidati. In ogni caso, la comprensione reciproca e il dialogo aperto sono fondamentali per favorire lo sviluppo e la crescita sana dei ragazzi.