L’importanza del supporto della Maratona di New York per le mamme atlete che tornano a correre dopo il parto

L’importanza del supporto della Maratona di New York per le mamme atlete che tornano a correre

Lungo la Maratona di New York, che si è svolta lo scorso 5 novembre, sono state adibite per il secondo anno consecutivo delle postazioni per l’allattamento al seno destinate alle maratonete. Ma c’è ancora tanto lavoro da fare per supportare le madri che tornano a gareggiare dopo una gravidanza.

Postazioni di allattamento lungo il percorso, con tiralatte, sedie, acqua, prodotti igienici a disposizione delle neomamme che corrono, e il diritto a cancellare l’iscrizione in caso di gravidanza, aborto o parto ottenendo in automatico l’iscrizione alla maratona in una delle tre edizioni successive. Negli ultimi anni le più grandi maratone al mondo si stanno finalmente attrezzando per offrire dei servizi ai genitori maratoneti. L’obiettivo è evitare che le donne che hanno partorito da poco e che hanno affrontato le sfide della maternità e dell’allenamento rinuncino a tornare a gareggiare e a godersi l’adrenalina della corsa. Ne è un esempio la Maratona di New York, la “madre delle maratone”, che domenica 5 novembre ha predisposto, per il secondo anno consecutivo, delle stazioni di allattamento lungo il percorso di 42 km, dove le mamme corridori hanno potuto fermarsi per tirarsi il latte materno in modo sicuro e confortevole.

Le maratonete che affrontano la maternità e la carriera sportiva devono affrontare molte difficoltà, come ha dichiarato Alysia Montaño, fondatrice di &Mother, in un’intervista al New York Times. La società ancora non offre abbastanza supporto alle donne per permettere loro di conciliare la maternità con la carriera sportiva. Le maratonete che sono diventate madri hanno dovuto lottare dieci volte di più rispetto a prima.

Un esempio di questa lotta è Hellen Obiri, la vincitrice keniota della maratona femminile di New York, che ha una figlia di 7 anni. Le difficoltà che queste atlete devono affrontare sono molto più complesse di quelle degli atleti uomini, aggiungere al duro allenamento la cura dei figli richiede uno sforzo enorme.

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La presenza delle postazioni per l’allattamento al seno lungo il percorso è un importante passo avanti per il supporto delle mamme maratonete, come evidenziato da Kellyn Taylor, un’atleta che si è ritrovata a tirarsi il latte nel mezzo di un campo aperto durante una competizione. Tuttavia, c’è ancora molta strada da fare affinché le madri atlete abbiano tutto il supporto di cui hanno bisogno.

La maternità e la carriera sportiva si stanno finalmente unendo in un dialogo più aperto e attento alle esigenze delle donne. La presenza delle postazioni di allattamento lungo il percorso è un passo avanti, ma è necessario che questo tipo di supporto si diffonda anche in altri contesti sportivi e non solo nelle grandi maratone.

La questione della tutela della maternità dei corridori è stata sollevata da tempo e finalmente stanno arrivando dei cambiamenti, con associazioni sportive come il New York Road Runners che hanno modificato le loro regole relative alla cancellazione dell’iscrizione per le donne in gravidanza, neomamme o coloro che hanno subito un aborto. Tuttavia, il dialogo su questo tema è ancora in evoluzione.

La strada verso una piena inclusività nel mondo dello sport per le madri atlete è ancora in salita, come una lunga maratona ricca di ostacoli da superare. Ma con l’impegno e l’attenzione crescente verso queste problematiche, siamo sulla buona strada per creare un ambiente sportivo più accessibile e sostenibile per tutte le donne.