Favole della buonanotte e giochi di luci incantano i piccoli pazienti presso l’Ospedale di Grosseto

Favole della buonanotte e giochi di luci incantano i piccoli pazienti presso l’Ospedale di Grosseto

Le serate dedicate alle storie della buonanotte nell’Ospedale Misericordia di Grosseto sono un esempio di come anche un luogo difficile come un ospedale possa trasformarsi in un teatro magico, dove i bambini riportano al centro dell’attenzione la loro immaginazione e la loro gioia. In un certo senso, l’ospedale diventa il palcoscenico di una rappresentazione dove i volontari sono i cantastorie e i bambini sono gli spettatori incantati.

Le storie raccontate sono incantevoli e ricche di significati morali, proprio come le favole classiche di molti secoli fa. La presenza di “un cielo stellato, coperte e cuscini, immagini dipinte a mano” trasforma la sala giochi in un luogo fiabesco dove i bambini possono dimenticare per un momento la malattia e immergersi in mondi fantastici.

È interessante osservare come l’ascolto delle storie possa avere un effetto positivo sulla salute dei piccoli ricoverati. Attraverso la narrativa, i bambini possono esplorare concetti complessi come la malattia e la cura in modo accessibile e rassicurante. Inoltre, l’atmosfera suggestiva e il coinvolgimento attivo dei giovani ascoltatori permettono loro di rilassarsi e lasciarsi trasportare dall’immaginazione, un momento di evasione prezioso in un contesto spesso difficile.

In un certo senso, queste serate di favole sono un modo per restituire ai bambini un po’ di normalità e gioia, in un contesto che potrebbe altrimenti apparire angosciante. La voce narrante dei volontari, il tepore delle coperte, e le luci soffuse creano uno spazio intimo e protetto in cui i piccoli pazienti possono sentirsi al sicuro e coccolati.

In definitiva, queste serate di favole non sono solo momenti di intrattenimento ma vere e proprie terapie per il benessere emotivo dei bambini ricoverati. La narrazione e la fantasia diventano strumenti per affrontare la malattia e creare un legame speciale tra i giovani pazienti e i volontari che si prendono cura di loro.