La consigliera del Partito Democratico, neomamma, si dimette dopo che le è stata negata la possibilità di assistere al consiglio comunale da remoto

La consigliera del Partito Democratico, neomamma, si dimette dopo che le è stata negata la possibilità

Nella città di Monza, tra le sedute del consiglio comunale, si è consumata una vicenda che getta luce su un problema sociale ben più ampio. Francesca Dell’Aquila, consigliera comunale e neo Mamma, si è trovata costretta a rassegnare le dimissioni in seguito al rifiuto di poter partecipare alle sedute da remoto, una necessità dettata dalla recente maternità.

Il lavoro e la maternità, due dimensioni che spesso sembrano rifiutarsi di convivere in armonia per le donne italiane, costrette a fare i conti con una realtà che le pone di fronte a scelte difficili e a sacrifici. Emerge così il dato sconcertante di una su cinque donne che decide di abbandonare il posto di lavoro dopo il parto, mentre il tasso d’occupazione femminile si attesta come il più basso dell’intera Unione Europea.

Francesca Dell’Aquila incarna, in fondo, il dramma quotidiano di molte donne, costrette a confrontarsi con un bivio apparentemente insanabile tra famiglia e lavoro. La sua proposta di consentire la partecipazione a distanza alle consigliere in gravidanza e ai neo genitori è stata accolta con entusiasmo, ma il rallentamento burocratico ha reso il processo eccessivamente lungo per le sue esigenze urgenti.

Le dimissioni sono state per Francesca Dell’Aquila una necessità dettata prima di tutto dal senso civico, ma anche da una pressione che la faceva sentire obbligata. Lasciare un posto vuoto in aula per mesi non sarebbe stato corretto verso i suoi elettori, e l’impossibilità di conciliare il ruolo pubblico con la cura del bambino l’ha costretta a fare una scelta dolorosa.

I dati diffusi dal Rapporto Plus 2024 confermano la gravità della situazione: il 20% delle donne abbandona il lavoro dopo il parto, costrette da difficoltà nel conciliare lavoro e cura del bambino, dal mancato rinnovo contrattuale o licenziamento, e da valutazioni economiche. A ciò si aggiunge l’urgente problema della carenza di servizi per l’infanzia, come gli asili nido, tanto che il 56% dei genitori occupati non riesce ad usufruirne.

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In un contesto simile, la storia di Francesca Dell’Aquila non può che divenire emblema di una necessità sociale impellente, un’urgenza di rompere gli schemi arcaici che imprigionano la società, soprattutto in relazione alla condizione delle donne e dei bambini. La maternità non dovrebbe essere un motivo di rinuncia al lavoro, ma un’opportunità di crescita e realizzazione sia per la donna che per la società nel suo insieme.