Aumenta il numero di bambini e adolescenti affetti da disturbi alimentari, ma il Governo decide di cancellare i finanziamenti destinati a combatterli

Aumenta il numero di bambini e adolescenti affetti da disturbi alimentari, ma il Governo decide di

Nella legge di bilancio 2024 si è compiuto un passo indietro, un’inversione di marcia che getta un’ombra sempre più cupa sul futuro di coloro che soffrono di disturbi alimentari. Era nato nel 2024 il Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari, e nel biennio 2024-2024 aveva fatto un’importante differenza, assumendo 780 professionisti per affrontare il crescente numero di casi diagnosticati di anoressia e bulimia. Ma ora, il fondo non è stato rinnovato, come se la macchina dello Stato non avesse più interesse a fronteggiare questa emergenza.

Eppure, la gravità della situazione è evidente. I disordini alimentari sono diventati la seconda causa di morte tra gli adolescenti, superando addirittura gli incidenti stradali. E questo non è certo un segnale di benessere della nostra società, né di un futuro roseo per le generazioni in erba. La malattia si insinua sempre più precocemente nelle vite dei giovani, con casi di bambini di appena 8-9 anni colpiti da anoressia. La dimensione del problema è tale da richiedere un impegno costante e continuativo da parte delle istituzioni, ma sembra che tale impegno stia mancando.

Le manifestazioni dei disturbi del comportamento alimentare sono molteplici e spesso subdole, segnali che passano inosservati o vengono sottovalutati. Dal mangiare di meno al contare maniacalmente le calorie, dall’isolamento sociale al cambiamento d’umore repentino, questi campanelli d’allarme vanno ascoltati con attenzione. Ma cosa succede quando lo Stato, con la sua azione di bilancio, taglia i fondi per contrastare tutto ciò?

I dati sono allarmanti e la pandemia ha peggiorato la situazione. I disturbi alimentari affliggono oltre 3 milioni di individui in Italia e sono quasi raddoppiati con l’avvento del Covid-19. I giovanissimi sono i più colpiti, principalmente le ragazze, spesso costrette all’isolamento forzato, senza la possibilità di frequentare la scuola o partecipare a iniziative sociali. E ora, senza il sostegno del Fondo cancellato, la rete ambulatoriale che tanto ha fatto per queste persone rischia di andare in frantumi.

LEGGI ANCHE:  Il significato del nome Elsa, le sue varianti e alcune curiosità

Le strutture specializzate sono già insufficienti e la pandemia ha aggravato ulteriormente la situazione. E se cinque anni fa la mortalità per anoressia e bulimia era di 2.178 persone, l’anno scorso si è saliti a 3.780, con un’età media di 25 anni, di cui una percentuale significativa ha meno di 18 anni. Come possiamo non considerare queste cifre con la massima serietà?

I disturbi alimentari si legano spesso ad altri sintomi, come depressione, ansia, bassa autostima e comportamenti autolesionistici. È una realtà complessa, fatta di sofferenza e angoscia, e noi, come società, abbiamo il dovere di tendere una mano a chi ne è colpito. Eppure, sembra che la mano dello Stato si stia ritirando, lasciando le persone e le loro famiglie a fronteggiare queste tempeste da sole.

La responsabilità di un Paese non può essere solo economica e di bilancio, ma deve estendersi alla tutela della salute mentale dei suoi cittadini. La consapevolezza di questa emergenza dovrebbe guidare le scelte politiche, anziché essere sacrificata sull’altare di uno squilibrio di bilancio. Speriamo in un cambio di rotta, perché tutte queste vite non possono essere abbandonate al loro destino. Speriamo che in futuro, le parole di Giuseppe Rauso, possano diventare realtà e qualcuno possa restituire la speranza a chi ne ha più bisogno.