Simone, colpito da un tumore all’età di 10 anni, oggi nutre la speranza di diventare un medico per poter curare chi ha avuto la sua stessa esperienza. «Ho combattuto con tutte le mie forze per poter rivedere la mia famiglia sorridere di nuovo»

Simone, colpito da un tumore all’età di 10 anni, oggi nutre la speranza di diventare un

Alla tenera età di 10 anni, Simone si trovò catapultato nel mondo degli adulti, quando la diagnosi di un sarcoma di Ewing al primo stadio cambiò per sempre la sua vita. L’innocenza dell’infanzia venne spazzata via da ospedali, cure, e la consapevolezza improvvisa della propria mortalità. Tuttavia, oggi, otto anni dopo, Simone sta affrontando una nuova sfida: prepararsi per il test di Medicina. È un viaggio che va oltre la mera acquisizione di conoscenze, è un’affermazione di vita, di resilienza, di riscatto contro un destino che sembrava già scritto.

La storia di Simone, sua madre Ilaria e la loro famiglia, ricorda molto da vicino i passaggi de “Il Barone rampante” di , dove il protagonista sceglie di vivere interamente sugli alberi in un atto di ribellione e ricerca della propria libertà. Anche Simone ha scelto una vita fuori dagli schemi, una vita che si nutre di coraggio e forza di volontà.

La malattia di Simone ha segnato non solo la sua esistenza, ma anche quella di tutta la sua famiglia. Ha dimostrato come una malattia non faccia altro che amplificare e rimettere in discussione i legami familiari preesistenti. Può avvicinare e consolidare, ma anche mettere a dura prova. In questo caso, per fortuna, la famiglia di Simone è riuscita a compattarsi, a trovare la forza nel sostegno reciproco. Ma non tutti hanno la stessa fortuna, e molti si ritrovano ad affrontare il tumore senza una rete di supporto adeguata.

La forza di Simone nel fronteggiare la malattia e il sostegno straordinario ricevuto dai suoi amici e compagni di scuola ricordano le parole di Calvino riguardo alla resilienza e alla capacità dell’uomo di adattarsi e reagire alle avversità. La maturità dimostrata dai giovani coetanei di Simone nel non isolare l’amico malato è un segno di speranza per il futuro, un esempio di umanità e solidarietà che fa ben sperare.

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Simone e sua madre sottolineano l’importanza di non cercare scorciatoie di fronte alla malattia, di affidarsi alla scienza e alla fiducia nei medici. Questo è un aspetto cruciale, poiché la medicina e la ricerca sono le prospettive di guarigione per molte persone affette da malattie gravi. Il racconto di Simone è un inno alla speranza e all’importanza di non arrendersi di fronte alle sfide, ma di lottare con determinazione.

La storia di Simone è un monito a non dimenticare che dietro ogni malattia c’è una persona, una famiglia, un mondo che cambia radicalmente. È importante continuare a sostenere la ricerca e l’assistenza per tutti coloro che si trovano ad affrontare la malattia, perché la guarigione di uno può portare speranza a tanti altri.