Ci sono 207mila insegnanti di sostegno nelle scuole, ma il 32% di loro non ha ricevuto una formazione adeguata.

Ci sono 207mila insegnanti di sostegno nelle scuole, ma il 32% di loro non ha ricevuto

Nel caos degli uffici amministrativi, dove vengono assegnate e sparse tra vari istituti le cattedre dei docenti di sostegno, si rischia di creare un legame fragile e instabile tra l’insegnante e l’alunno, un rapporto fatto di continui “singhiozzi” che rispecchia la precarietà dell’intero sistema educativo.

Sembra che nel nostro Paese, anche l’insegnamento per il sostegno sia vittima della solita malattia che affligge le istituzioni: la burocrazia. Il problema non sta tanto nel numero di insegnanti, che numericamente sembrano essere in proporzione agli alunni, quanto nella qualità e nella formazione professionale di questi insegnanti. Un insegnante non può essere considerato preparato solo per il fatto di essere stato collocato davanti a una classe, soprattutto quando si tratta di studenti con disabilità.

Un sistema educativo che non garantisce l’adeguata formazione e preparazione degli insegnanti di sostegno non può permettersi di trascurare le esigenze degli alunni con disabilità. E non si tratta solo di una questione di numeri o di calcoli matematici, ma di un dovere morale e sociale nei confronti di questi giovani, che hanno bisogno di sostegno, non solo per imparare, ma anche per sentirsi accettati e inclusi.

La scuola, luogo di formazione ma anche di relazioni umane e sociali, non può permettersi di trascurare un aspetto così fondamentale come l’inclusione di tutti gli studenti, a prescindere dalle loro diversità e difficoltà. La fragilità dell’insegnamento per il sostegno è solo uno degli aspetti di una realtà più ampia, in cui si riflette l’inadeguatezza e la precarietà di un intero sistema educativo che dovrebbe invece essere il garante dell’equità e dell’inclusione.

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